Economia

Festa del lavoro 2012, il commento di Giovanni Giudice

Il segretario provinciale della Cisl Salerno, in occasione della festa del lavoro, ricorda le persone che si sono infortunate e quelli che sono morti sul posto di lavoro, rivolgendo un pensiero ai giovani

Giovanni Giudice

Sarà un primo maggio caratterizzato dalla rivendicazione del diritto al lavoro quello che si appresta a vivere la Cisl salernitana guidata dal segretario generale, Giovanni Giudice. Una celebrazione che vuole essere un momento di confronto con tutti gli attori politici ed economici della provincia per non dimenticare chi sul posto di lavoro ha perso la propria vita.

“Questa giornata deve essere un momento di incontro tra le forze vitali della società, sia per commemorare la festa dei lavoratori, ma soprattutto per non dimenticare gli oltre 5 milioni di infortuni sul lavoro che negli ultimi anni hanno provocato in Italia quasi 200mila invalidità permanenti e 7mila morti. Come Cisl auspichiamo un cambiamento nei posti di lavoro, sempre più campi di battaglia per via delle numerose vertenze in atto ed i conflitti interni tra lavoratori dipendenti e precari. Gli incidenti, i suicidi di lavoratori ed imprenditori, nonché la disoccupazione giovanile al suo massimo storico” questo l'appello/auspicio di Giovanni Giudice, segretario provinciale della Cisl Salerno.
 
Giudice si rivolge a tutti gli attori della vita politico - sociale - istituzionale: “Iniziative come queste siano anche il modo di trasformare un momento di commemorazione in un’occasione per riflettere e programmare sul tema del lavoro e della sicurezza. Bisogna sensibilizzare l’opinione pubblica sulla crisi delle piccole e medie imprese e ricordare anche coloro che, strangolati da debiti con banche e fornitori, hanno scelto di togliersi la vita”.
 
Infine, un pensiero rivolto ai giovani: “Dobbiamo fare in modo che trovino nuovi sblocchi occupazionali e restino sul territorio per contribuire sia alla crescita culturale che economica della nostra provincia, cercando di scongiurare che partano per trovare la loro liberazione lontano da qui, contribuendo a diffondere, ciascun attore per la sua parte, una cultura della responsabilità e della speranza per un futuro migliore”.

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