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"Ditegli sempre di si" di De Filippo, venerdì 18 agosto al teatro all'aperto di Conca dei Marini

Come da consuetudine, sarà l’incantevole scenario del Teatro all’Aperto di Conca dei Marini ad inaugurare il Tour Terre amiche ( 18 agosto, ore 21.30, ingresso libero), la tournèe teatrale della Compagnia “Teatro Instabile” di Valdobbiadene, guidata dall’eclettico insegnante di Minori Maurizio Ruggiero, con la commedia brillante in due atti di Eduardo De Filippo Ditegli sempre di sì. Il Tour proseguirà a Furore e a Minori, con due repliche il 19 e il 20 agosto ( Furore, Giardino della Pellerina; Minori, Piazzetta Cantilena).
Presente al ciclo di rappresentazioni il Sindaco di Valdobbiadene Luciano Fregonese, che incontrerà i sindaci dei paesi ospitanti per celebrare uno scambio di amicizia tra la Costa d’ Amalfi e la cittadina del Prosecco, terre accomunate dall’amore per il gusto e per l’arte.
L’intera manifestazione è organizzata dall’Associazione Pro Loco e dall’Amministrazione Comunale di Conca dei Marini, e dalle Amministrazioni comunali di Furore e Minori.
La Compagnia “Teatro Instabile” di Valdobbiadene
Nasce nel 2010 all'interno dell'Istituto superiore “G. Verdi” di Valdobbiadene grazie all’impegno e alla passione di Maurizio Ruggiero, insegnante originario di Minori, con lo scopo di avvicinare i giovani al teatro, e in particolare al teatro napoletano del grande Eduardo De Filippo. Tra i testi messi in scena: Natale in casa Cupiello, Questi fantasmi!, Non ti pago, Le voci di dentro di Eduardo e L'Avaro di Moliere.
Dal 2011 si esibisce sui palcoscenici della Costiera Amalfitana nel periodo estivo, organizzando il "Tour Terre amiche", con l'obiettivo di unire in un gemellaggio culturale la Divina e i dolci colli del Prosecco.
Ditegli sempre di si di Eduardo De Filippo
Ditegli sempre di sì è una commedia brillante che ai toni della farsa di tradizione napoletana mescola tematiche proprie del teatro umoristico. Scritta nel 1927 per la compagnia di Vincenzo Scarpetta con il titolo Chill’ è pazzo!, e con la maschera scarpettiana di Felice Sciosciammocca come protagonista, venne riproposta nel 1932 da Eduardo nel repertorio della Compagnia del Teatro Umoristico dei fratelli De Filippo in una nuova versione, intitolata appunto Ditegli sempre di sì.
In questa nuova edizione l’Autore eliminava la maschera di Sciosciammocca, insieme agli elementi più apertamente farseschi, e ne snelliva l’intreccio. Il testo ebbe grande successo, e rimase per anni nel repertorio dei De Filippo. Nel 1962 Eduardo ne realizzò una fortunata edizione televisiva per la Rai.
Il protagonista, Michele Murri, è un matto appena uscito dal manicomio che, apparentemente guarito, cerca di riprendere un’esistenza normale, assistito dalla sorella Teresa, l’unica persona ad essere a conoscenza della sua malattia. Nel riprendere contatto con la realtà, e cercare di definire di nuovo, dopo una lunga assenza, il perimetro del suo mondo, Michele prende alla lettera tutto quello che gli viene detto, pretendendo coerenza nei comportamenti e nel linguaggio dalle persone. E’ un “pazzo” che vorrebbe a tutti i costi che gli altri “ragionassero”, evitando nel parlare sottigliezze e metafore che possano mandare in confusione la sua mente ancora indebolita dalla malattia.
Ma il mondo dei “sani” è troppo complesso per essere ricondotto a ragione, troppo pieno di incongruenze e garbugli, tanto da sembrare più caotico di un manicomio, e il linguaggio è altrettanto ambiguo, e gli uomini lo usano per vestire con le parole le contraddizioni del vivere, in modo da renderle meno imbarazzanti e socialmente più accettabili.
Michele, spinto dalla sua allucinata follia, prova a suo modo a mettere un po’ di ordine in questo caos, generando una serie di esilaranti equivoci. Così se la sorella zitella dice che le piacerebbe sposare il vicino di casa, subito corre a raccontare in giro di questo matrimonio; se un amico di famiglia giura che farà pace col fratello solo da morto, ecco che si affretta a mandare un telegramma con la dolorosa notizia. Bersaglio delle sue ossessioni diventa in particolare Luigino Strada, squattrinato studente con frustrate velleità artistiche, un istrione che gioca continuamente con le parole, ride e piange a comando, recita poesie, al solo scopo di stupire e di sentirsi dire che è bravo, facendo saltare completamente il precario equilibrio mentale di Michele.
La farsa procede di equivoco in equivoco fino al gran finale tragicomico: il povero Michele, a causa della sua troppa allucinata coerenza, dovrà ritornare in manicomio.


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