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Paolo Signorino, Ravello la mia città sul mare

Sabato 3 settembre alle ore 18:00 presso la Villa Rufolo di Ravello, sarà inaugurata la mostra "PAOLO SIGNORINO. Ravello, la mia città sul mare", promossa dal Comune di Ravello e dalla Fondazione Ravello, con il patrocinio della Provincia di Salerno e dei Comuni di Salerno e di Battipaglia.

Il progetto della mostra, curato da Massimo Bignardi e Pasquale Ruocco rende omaggio a distanza di un anno dalla scomparsa, ad un artista che è stato tra gli interpreti del dibattito artistico a Salerno sin dagli anni Settanta.

In esposizioni nelle sale di Villa Rufolo circa trenta opere, tra dipinti e disegni, tracciando un percorso di esperienze che dalle prime tele densamente cariche di un naturalismo lirico eseguite a metà degli anni Sessanta, giungono a quelle più recenti realizzate a Ravello, suo rifugio e dimora estiva. Una traccia che attraversa più momenti di una pittura la cui attenzione è rivolta, in particolare, agli oggetti, ai luoghi e alle figure di una narrazione autobiografica. Un percorso ben ricostruito nelle pagine del catalogo (pubblicato da Gutenberg Edizioni) che, oltre ai saggi storico critici di Massimo Bignardi, Ada Patrizia Fiorillo e Pasquale Ruocco, propone le testimonianze di amici che per decenni hanno condiviso con l'artista numerosi momenti di dibattito e di promozione della sua opera, tra questi Mario Carotenuto, Alfonso Andria, Roberto Barzanti, Giuseppe Blasi, Barbara Cussino, Erminia Pellecchia e Isaia Sales.

Paolo Signorino nel corso della sua esperienza si è mosso tra oggetti e paesaggi, tra memorie e immagini così come ricorda Massimo Bignardi, nel saggio al catalogo, intuendo «che la bottega dell'antiquario era il teatro della sua pittura: dapprima affollato luogo ove andava in scena la "baldanza" delle forme nei registri della memoria, anche con il loro reciproco contaminarsi, per la qualcosa una cornice s'infilava al braccio di una brocca o una lampada provava a duplicarsi nello specchio di un'anta, appena aperta, di un mobile vintage.[...] I colori accesi, ereditati dalla pittura fauve, campivano le sagome piatte con le quali Paolo organizzava la successione dei piani, togliendo man mano ogni effetto plastico alla forma, riducendo le ombre a sagome, così come lo erano gli oggetti. Esasperava il contrasto nel massimo della luminosità, riflettendo di fatti sul processo della fotografia». Per Pasquale Ruocco, coo-curatore della mostra, essa traccia «un percorso che lo ha portato ad interpretare il paesaggio come incontro tra uomo e natura, tra veduta urbana e ambiente domestico tra mania collezionistica e passione botanica, verso quell'orizzonte cioè di città, boulevards, spiagge, giardini, case, cortili, terrazze e interni borghesi, sulle cui consolle si trovano ammucchiate immagini che, nel loro aprirsi allo sguardo, assumono nell'immediato valore di memoria ammantandosi di nostalgia e snobismo per un mondo industriale e ipertecnologizzato. [...] Un'aspirazione che troverà piena soddisfazione quando, dagli inizi degli anni Novanta, frequenterà con maggiore assiduità Ravello. Qui avrà modo, oltre che di partecipare alla mondanità cittadina, di perdersi sui passi dei grandi viaggiatori del Gran Tour, tra i giardini di Villa Rufolo e Villa Cimbrone, tra i limoneti e le viuzze che circondano, degradando verso Minori, Torello, la piccola frazione dove compra casa, restituendo sulla

tela una realtà in bilico tra il sogno e la realtà, una natura, un paesaggio che non ammette imposizioni stilistiche»

La mostra è stata resa possibile grazie al sostegno della Cassa Rurale ed Artigiana BCC di Battipaglia e Montecorvino Rovella e di Sal DE RISO Costa d'Amalfi.


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