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Paesaggi di carta il disegno del territorio nei documenti cartografici dell’Archivio di Stato di Salerno

L'Archivio di Stato di Salerno partecipa alla Giornata nazionale del Paesaggio - 14 marzo 2017 - con una mostra cartografica che vuole essere l'occasione per mostrare al pubblico salernitano una tipologia di documenti che si spingono nel campo del visuale, diventando quasi una forma di arte. Agrimensori, architetti, periti, geografi si sono misurati nel corso del tempo con l'immagine del territorio per i motivi più disparati, su richiesta delle autorità amministrative e giudiziarie, e questo è il motivo per cui in un archivio di stato è possibile ritrovare tale tipologia di documenti. I documenti sono nella grande maggioranza realizzati su supporto cartaceo; soltanto tre cartine, le più antiche, riguardanti la bonifica del Vallo di Diano, sono disegnate su pergamena; datate agli inizi del XVIII secolo, sono confluite nel fondo Intendenza dalle amministrazioni vicereali. Le carte esposte provengono da diversi fondi: Atti demaniali, Tribunale Civile, Intendenza, Gran Corte Criminale, Genio Civile, Registro e Bollo, Corpo forestale dello Stato. Alcune sono strettamente connesse alla storia del territorio, come le grandi piante degli agri di Castelnuovo di Conza, Laviano e Sarno che fanno parte degli Atti demaniali, un fondo formatosi all'inizio del XIX per quotizzare le terre demaniali in modo da creare una piccola proprietà contadina. Queste grandi carte nascono quindi dalla necessità di avere la rappresentazione globale del territorio delle singole Comuni coi loro beni demaniali, feudali e privati. Altre, invece, non sono nate espressamente come rilievi del territorio ma come testimonianza in eventi di altro tipo, amministrativo o giudiziario: le piante riguardanti la deviazione del Sele, allegate a progetti di lavori da effettuarsi, provengono dal fondo Intendenza, che aveva competenza sui lavori pubblici; la piantina che rappresenta la campagna intorno a Laureana, Torchiara, Prignano, Copersito, Rutino, è allegata alle carte di un processo politico risorgimentale (quello dei fratelli Magnoni) nella Gran Corte Criminale; qui l'autore si è divertito a disegnare boschi e campagne con tratti ampi e movimentati, come scossi dal vento o dal galoppo dei cavalli. Infine c'è una intera serie, quella delle Perizie del Tribunale Civile, ricchissima di piantine proprio perché il suo oggetto sono le cause inerenti le proprietà, la cui cartografia rappresenta quindi porzioni di territorio, terreni, costruzioni, fabbriche. Un ulteriore fondo, quello del Registro e Bollo, un ufficio nato nel 1817 sulle ceneri della legislazione precedente, si è rivelato ricco di materiale cartografico per l'obbligo di registrazione di qualunque atto riguardasse controversie tra Stato, privati etc. Le differenti tipologie di piante e l'epoca in cui sono realizzate determinano differenze notevoli nella mano del disegnatore. Si va dal tratto quasi elementare, naif e per questo tanto più suggestivo, delle carte più antiche, prodotte dagli agrimensori addetti ai rilievi degli atti demaniali, o dai periti dei tribunali - veri e propri paesaggi in cui il territorio è meticolosamente rappresentato - al tratto preciso e tecnico degli architetti di fine XIX secolo, in cui il territorio stesso quasi svanisce intorno all'oggetto centrale. In entrambi, bene in vista e quasi ad aggiungere elementi decorativi imprevisti, rose dei venti, bussole, frecce (che a volte trafiggono animali), punti cardinali riempiono spesso gli spazi vuoti delle carte, quelli che non è necessario riempire perché inutili all'economia della loro funzione. Le carte precedenti l'unità d'Italia, come si può spesso notare dalle note in calce alle carte, sono realizzate sulla base di un sistema non metrico. Nel regno di Napoli, infatti, esistevano diverse forme di misure agrarie, e molte zone del regno usavano propri sistemi di misurazione (palmi, passi, tomola, pertiche, etc.). L'uso del sistema metrico decimale è invalso in Italia nel 1861. Le carte sono raggruppate per località di appartenenza. Questa è solo una delle tante letture possibili, che privilegia una scansione territoriale. Un raggruppamento sulla base dei fondi di provenienza ne avrebbe consentito una lettura più "archivistica"; una disposizione diacronica avrebbe reso possibile seguire l'evoluzione del disegno nel corso del tempo. Ancora, si sarebbe potuto ordinarle in base ai disegnatori: ma, nel regno dei documenti archivistici, questo è solo un elemento tra i tanti che contribuiscono a dare significato alle singole carte. Dunque si è scelto il taglio di una mostra non esaustiva né strettamente scientifica, ma rivolta a privilegiare l'aspetto visivo della documentazione, il sottile piacere che prende gli addetti ai lavori tanto quanto i semplici visitatori alla vista di questi prodotti dell'ingegno umano che ravvivano intere serie di documenti all'apparenza tutti uguali. Trovare una piantina, all'interno di libri o delle carte, è una festa per il fortunato a cui questo avviene. Chi poi volesse approfondire il discorso sul disegno del territorio e sula cartografia storica troverà nella biblioteca dell'Archivio di Stato ampie possibilità di approfondimento. I documenti cartografici sono stati, nel corso del tempo, oggetto di diversi studi. Il geografo Vincenzo Aversano ne ha analizzato una parte nel suo volume Leggere carte geografiche di ieri e di oggi (Fisciano, Gutenberg 2011); Maria Perone ha analizzato i disegni del fondo Registro e Bollo - che è stato oggetto anche di diverse tesi di laurea - in Il territorio salernitano nell'Ottocento borbonico. I disegni del fondo Registro e Bollo dell'Archivio di Stato di Salerno 1817-1862 (Napoli, Arte tipografica, 2012); sempre la Perone in Salerno nell'Ottocento. Trasformazioni urbane dal Decennio francese all'età umbertina (Napoli, Arte tipografica, 2003) ha commentato altre carte relative all'area salernitana. Le cartine del fondo Perizie sono state invece inventariate da Martina Di Maio. Maria Teresa Schiavino Archivio di Stato di Salerno


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