Segnalazioni

Cumuli di rifiuti e sosta selvaggia alle Fornelle: la segnalazione dei residenti

Nel quartiere più antico del centro storico di Salerno, la spazzatura invade la strada. Auto parcheggiate anche sulla rampa che conduce all'ascensore pubblico

degrado alle Fornelle - fotoreporter Guglielmo Gambardella

Una bottiglia di olio da frittura fa compagnia alle bucce del cocomero e il detersivo – che magari gocciola ancora – si mischia ai cartoni della pizza. Umido, plastica e indifferenziato debordano dai contenitori stracolmi, accostati ai "Muri d'autore" che ospitano i versi del poeta Alfonso Gatto, in una escalation di arte e paradosso. Benvenuti nel quartiere delle “Fornelle”, il più antico e popolare rione del centro storico di Salerno. Qui la spazzatura è in doppia fila, come le auto parcheggiate in sosta selvaggia a Piazza D’Aniello, centro e cuore pulsante del quartiere. Le fermano dovunque: sui primi gradini della fontana settecentesca, tra un secchio e l’altro (entrambi stracolmi) della spazzatura, finanche sulla rampa che conduce all’ascensore pubblico. E poi sul muro in mattoni, dal momento che siamo in tempo d’elezioni, fa bella mostra di sé l’immancabile manifesto di un candidato alle comunali.

Le segnalazioni fioccano, i residenti protestano ma a giudicare da quanto è finito nell’obiettivo fotografico  - che spesso racconta più di mille parole – i vigili fischiano ogni tanto e la pulizia delle strade non è giornaliera, forse neppure settimanale. Piattini gettati alla rinfusa, cocomero addentato e poi lasciato macerare al sole, plastica sporca e bottiglie in strada sono uno scenario poco edificante per un quartiere che nel tempo, grazie anche all’opera infaticabile e silenziosa di tanti cittadini e della Fondazione Alfonso Gatto, ha saputo riacquisire decoro, nuova luce. Ecco perché non possono trionfare degrado ed incuria lì dove giganteggiano i versi di Alfonso Gatto e non solo attraverso “Muri d’autore”, il progetto con lo scopo di creare un museo permanente a “Le Fornelle” insediamento artistico all’aperto, e restituire alla poesia il ruolo sociale di riqualificazione urbana e di miglioramento della vita dei cittadini. Ogni palazzo ha i suoi versi ispiratori, gli autori del ‘900 rivivono sotto le arcate e a ridosso dei giardini. Non possono fargli ombra il parcheggio selvaggio e il sacchetto al profumo di cocomero.  (Le foto sono state realizzate da Guglielmo Gambardella)


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